Texte original en
français
Traduzione
in italiano
Eccellenze,
Par la
derniere poste j'ai recu de mon frere un'extrait de
l'instruction et des reglements pour la Corse, que
le Duc de Choiseul a mandé au Comte de
Marbeuf, commandant general des troupes francoises
dans cette isle. J'ai fait reimprimer ici cet
extrait, et j'ai l'honneur d'en remettre une copie
a Votre Ecc.ze, qui avec tant de generosité
s'interesse du sort de ma patrie malheureuse, et
qui d'ailleurs a trop de lumieres pour ne pas voir
les dangereuses consequences qui s'en suiveroient
contre la liberté des autres etas de
l'Italie et du commerce de la Mediteranee si les
Francois pouvent etablir leur souveranaité
en Corse. Ainsi j'espere que la meme influence qui
porta votre gouvernement à repondre avec
tant de fermeté que de justice au memoire
que la Cour de Versailles fit presenter aux autres
Cours l'eté passée, faira observer a
Leurs Hautes Puissances qu'il devient chaque jour
plus necessaire de combiner avec les Princes
garants du traité d'Aix la Chappelle sur
quelque mojen efficace pour s'opposer et froustrer
un projet aussi ambitieux qu'injuste de la France.
Aussitot que je serai informé du resultat de
la Consulte dont on parle dans la ditte
instruction, je me fairai un devoir d'en prevenir
V. E. J'ai l'honneur d'être avec la plus
grande reconnaissance et attachement.
De
Votre Eccellence
le tres humble et tres ob. Serviteur
Pasquale de Paoli
Londres, 24 juillet 1770
Traduzione in
italiano
Eccellenza,
con
l'ultima posta ho ricevuto da mio fratello un
estratto dell'istruzione e dei regolamenti per la
Corsica, che il Duca di Choiseul ha comunicato al
Conte di Marbeuf, comandante generale delle truppe
francesi nell'isola. Ho fatto ristampare qui questo
estratto e ho l'onore di rimetterne una copia
all'Eccellenza Vostra, che con tanta
generosità si interessa alla sorte della mia
infelice patria, e che d'altra parte è
troppo illuminata per non vedere le pericolose
conseguenze che ne seguirebbero contro la
libertà degli altri stati d'Italia e del
commercio del Mediterraneo se i Francesi
riuscissero a stabilire la loro sovranità
sulla Corsica. Così spero che la stessa
influenza che portò il vostro governo a
rispondere con altrettanta fermezza che giustizia
alla memoria che la Corte di Versailles aveva fatto
presentare alle altre Corti l'estate scorsa,
farà osservare alle Loro Alte Potenze che
diviene ogni giorno più necessario
concordare con i Principi garanti del trattato di
Acquisgrana qualche mezzo efficace per opporsi e
far fallire il progetto tanto ambizioso quanto
ingiusto della Francia. Non appena verrò
informato del risultato della Consulta di cui si
parla nella citata istruzione, mi farò un
dovere d'informarne V. E. Ho l'onore di essere con
la più grande riconoscenza e
devozione
dell'Eccellenza
Vostra
l'umilissimo e obbedientissimo servitore
Pasquale Paoli
Londra, 24 luglio 1770.
Tratto da
/
Tirée de:
Lettere inedite di Pasquale De' Paoli / con
proemio e note di Giovanni Livi, Firenze, M.
Cellini e c., 1890.
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Statuum
totius Italiae repraesentatio, XVIII secolo,
Norimberga.
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(immagine concessa da SardegnaCultura; una versione
ad alta risoluzione si trova su www.sardegnacultura.it
).
La lettera
riportata a lato è stata pubblicata da
Giovanni Livi nel 1890 nella raccolta Lettere
inedite di Pasquale De' Paoli [1]; non
riporta l'indicazione del destinatario ed è
in francese, con diverse imprecisioni grammaticali
e ortografiche. E' stata scritta da Pasquale Paoli
nel 1770 a Londra, dove si era rifugiato dopo la
sconfitta di Ponte Nuovo del maggio 1769.
Secondo il Livi,
il destinatario della lettera potrebbe essere
l'inviato straordinario di Carlo Emanuele III di
Savoia, re di Sardegna, presso la Corte di Londra
[2]: infatti Paoli cita gli autres etas
de l'Italie ma scrive in francese, che a
quell'epoca era di uso corrente alla corte dei
Savoia. L'ipotesi del Livi è confermata da
un ulteriore elemento. Nella lettera, Paoli elogia
la risposta inviata nell'anno precedente al Re di
Francia dal governo rappresentato dall'ignoto
destinatario (votre gouvernement), e ne
apprezza in particolare la decisione di coinvolgere
le Potenze garanti del Trattato di Aix-la-Chapelle
(Acquisgrana) per opporsi al progetto aussi
ambitieux qu'injuste della Francia che vuole
annettersi la Corsica. La risposta a cui fa
riferimento Paoli può essere identificata
con la lettera
di Carlo Emanuele
III,
scritta nell'estate del 1769 in risposta alla
dichiarazione
del Re di Francia Luigi
XV, che
aveva comunicato al Re di Sardegna di aver
riunito alla sua Corona la Corsica, come
conseguenza dell'applicazione del Trattato
di Versailles
sottoscritto nel maggio 1768 con la Repubblica di
Genova.
Nella lettera
Paoli sottolinea il danno che potrebbe derivare
agli altri stati italiani dalla
souveranaité della Francia sulla
Corsica. La corte sabauda conosceva già
queste considerazioni, come è comprovato da
una memoria
del 16 luglio 1768
custodita all'Archivio di Stato di Torino, di
autore anonimo, che espone l'interesse di tutte
le potenze d'Europa e dell'Inghilterra in
particolare a opporsi all'annessione della Corsica
alla Francia, quando l'annessione sembrava
ancora evitabile. La memoria rivela un'approfondita
conoscenza della situazione della Corsica ed
evidenzia i vantaggi dell'indipendenza corsa per
gli Stati vicini, sia per la libertà dei
commerci navali che per l'importanza strategica
della posizione della Corsica in occasione di
eventuali guerre nel Mediterraneo.
La prima frase
della lettera di Pasquale Paoli ricorda che i
regolamenti per la Corsica del Duca di
Choiseul gli sono stati inviati dal fratello. Si
tratta di Clemente, uomo dedito allo studio oltre
che alle azioni militari e che per sua scelta visse
sempre in secondo piano rispetto al fratello
minore; sarebbe interessante capire quale sia stato
il ruolo dei due fratelli sia nell'elaborazione che
nella realizzazione delle azioni diplomatiche
finalizzate a suscitare il consenso intorno alla
lotta per l'indipendenza della Corsica.
Nel 1771
verrà fatto circolare in Europa un
documento
dei nazionali
corsi
che estende le ragioni della ribellione a Genova e
del rifiuto degli accordi presi con la Francia
rifacendosi a ragioni ideali: Ogni uomo nasce
libero: e perciò nissuno può dalla
natura vantare il dritto di comandare agli altri,
se questi spontaneamente a lui non si
soggettano [...] Gli uomini a
differenza de' bruti sono dalla natura dotati di
ragione, e di libertà; e perciò Iddio
diede all'uomo l'impero sopra le bestie, e non
già sopra gli altri uomini, se loro stessi
non consentono di soggettarli.
[a
cura di Maria Cristina Ferro - Maggio 2007]
[1]
Archivio Storico Italiano, Serie V, Tomo V e
VI, Cellini, Firenze, 1890.
[2] il
conte Filippo Maria Giuseppe Ottone Ponte di
Scarnafiggi (Scarnafigi, nella grafia moderna);
cfr. Istruzioni di S.M. al Conte di Scarnafiggi,
destinato Inviato straordinario presso la Corte
d'Inghilterra. 19. agosto 1769, Archivio di
Stato di Torino, Negoziazioni
coll'Inghilterra, vol. 94, prima addizione,
fascicolo 30.
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