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Il fallito assedio di Furiani del 1759 viene
ricordato come uno dei principali successi della
guerra dei Corsi contro Genova. Nella relazione qui
presentata, si narra l'episodio dal punto di vista
del comandante delle truppe genovesi, Giacomo
Grimaldi, che tenta (senza successo) di
giustificare la disfatta subita.
Traduction
en français - In elaborazione
|
En cours
d'élaboration. Lassedio
di Furiani (1759)
- Le siège de Furiani (1759)
Tratto
da / Tiré
de:
Relazione data a Genova dal senatore Giacomo
Grimaldi del suo operato in Corsica.
1759. Tratto
da / Tiré
de:
Piano del luogo di Foriani occupato dai
malcontenti di Corsica fatto attaccare in vano dal
Commissario Giacomo Grimaldi. 1759. Colla Relazione
di tale spedizione. 1759. Tratto
da / Tiré
de:
Piano del luogo di Foriani occupato dai
malcontenti di Corsica fatto attaccare in vano dal
Commissario Giacomo Grimaldi. 1759. Colla Relazione
di tale spedizione. 1759. L'assedio di
Furiani del 1759 viene annoverato tra i principali
successi della guerra contro i Genovesi in
Corsica: [...]
l'ex-doge Grimaldi
s'étant présenté avec
six-mille hommes, pour bombarder Furiani,
éprouva une résistance
meurtrière, que les Corses
rappellent avec
orgueil.
[1] Il Grimaldi era
già stato inviato come Commissario Generale
in Corsica dal 1751 al 1754; dal 1755 al 1756 vi
era ritornato come comandante militare. Dal 1756 al
1758 era stato Doge di Genova e a fine marzo del
1759 sbarcava in Corsica per la terza volta, in
qualità di Commissario Straordinario, per
tentare appunto di espugnare la cittadina di
Furiani, che era stata occupata e fortificata da
Paoli: [Paoli]
éleva des fortifications
à Nonza, et surtout à
Furiani. Bastia se trouva ainsi
bloquée.
[1] Furiani
étoit, par sa position, un poste si
nécessaire à la
République; il mettoit Paoli si
près des portes de Bastia, les
Génois se trouvoient si
resserrés dans leurs murs, qu'ils
sentirent toute la nécessité
de le reprendre. Le siege en fut donc
déterminé.
[2] Finiti
i quattr'anni nel 1759 i Francesi
partirono dall'isola, abbandonando i
presidj ai soldati della genovese
repubblica, i quali, non più
protetti dalle armi di Francia, dovettero
prepararsi a difendersi contro gli assalti
delle falangi
nazionali.
[3] Le
gouvernement ligurien ayant recruté
un corps de trois ou quatre mille Suisses
et Allemands pour renforcer son
armée, voulut se mesurer de nouveau
avec l'insurrection
insulaire.[4] Furiani
[...] fut attaqué
par des forces considérables. Les
Génois, dans un assaut,
pénétrerent jusqu'au centre
du village, dont leurs bombes avaient
écrasé les maisons; les
Corses les en chassèrent, et ils
furent obligés de lever le
siège.
[5] [...]
la République [de
Gênes] oublia de donner du
courage à ses troupes, & de
l'intelligence à leurs
chefs.
[2] [a
cura di Maria Cristina Ferro - Agosto
2007]
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Testo originale in
italiano
(trascrizione del
manoscritto)
Traduction
en
français
Archivio
di Stato di Torino
,
Negoziazioni colla Corsica, volume 93, mazzo
1, fascicolo 36.
Archivio
di Stato di Torino
,
Negoziazioni colla Corsica, volume 93, mazzo
1, fascicolo 36.
Ingrandire
- Ingrandà
- Grandir
Giuseppe Rossi (Genova 1732 - 1796)
Ritratto del doge Gio. Giacomo Grimaldi -
olio su tela.
Grimaldi è rappresentato ai tempi in cui era
Doge di Genova, dal 22 giugno 1756 al 22 giugno
1758.
Museo
dell'Accademia Ligustica di Belle
Arti
Ingrandire
- Ingrandà
- Grandir
(foto a cura di Antonella Paolini)
Traduction
en français - In elaborazione
|
En cours d'élaboration
Archivio
di Stato di Torino
,
Negoziazioni colla Corsica, volume 93, mazzo
1, fascicolo 36.
[...] l'ex doge Grimaldi che si
era presentato con seimila uomini per
bombardare Furiani, dovette subire una
micidiale resistenza, che i Corsi
ricordano con orgoglio.
Il manoscritto
anonimo di cui viene qui presentata la
trascrizione, conservato presso l'Archivio
di Stato di Torino
,
riferisce le vicende dell'assedio dal punto di
vista degli assedianti genovesi. Si tratta della
relazione presentata da Giovanni Giacomo Grimaldi,
comandante delle truppe genovesi, alla Repubblica
di Genova.
[Paoli] innalzò delle
fortificazioni a Nonza e soprattutto a
Furiani. Bastia si ritrovò
così bloccata.
Per la sua posizione, Furiani era un luogo
assai importante per la Repubblica [di
Genova]; collocava Paoli tanto vicino
alle porte di Bastia e i Genovesi si
trovavano così rinchiusi nelle loro
mura, che avvertirono tutta la
necessità di riconquistarlo. Ne fu
dunque deciso l'assedio.
Poco dopo l'arrivo
di Grimaldi, le truppe francesi, che in seguito al
primo trattato di Compiègne del 1756 avevano
appoggiato militarmente Genova, rientravano in
Francia allo scadere del trattato:
Ai Genovesi non
rimane che utilizzare dei mercenari per tentare di
portare a termine la riconquista di Furiani:
Il governo ligure, che aveva reclutato un
corpo di tre o quattro mila Svizzeri e
Tedeschi per rinforzare il proprio
esercito, volle misurarsi di nuovo con
l'insurrezione insulare.
I sintetici
resoconti dell'assedio riportati da varie fonti
sono unanimi nel sottolineare
l'imprevedibilità della sconfitta dei
Genovesi, ampiamente superiori ai Corsi come mezzi,
e quanto fosse dovuta agli errori commessi dai
comandanti militari e dalle truppe:
Furiani [...] fu attaccata con
notevoli forze. I Genovesi, in un assalto,
penetrarono fino al centro del villaggio,
di cui le loro bombe avevano abbattuto le
case; i Corsi li ricacciarono indietro ed
essi furono obbligati a togliere
l'assedio.
[...] la Repubblica [di
Genova] dimenticò di fornire
coraggio alle sue truppe e intelligenza ai
loro capi.
Grimaldi, principale
responsabile della sconfitta, tenta di
giustificarla presentandola come un evento
assolutamente inspiegabile, ma la sua stessa
relazione evidenzia gli errori da lui commessi: non
aver curato la preparazione delle truppe mercenarie
e dei loro comandanti, aver elaborato una strategia
di attacco approssimativa, aver sottovalutato le
forze dei Corsi e soprattutto la loro
determinazione.
L'autodifesa di Grimaldi assume un aspetto quasi
comico, quando afferma di essersi ispirato a
oculati criteri di parsimonia riguardo ai costosi
colpi di mortaio: il Senatore Grimaldi ne
proibì l'uso, per non prodigare tiri di
tanto prezzo; addirittura trova il modo di
osservare che i Corsi [...]
maledivano il De Paoli, massimamente anche per le
continue contribuzioni, che loro và
intimando.
L'attacco finale, nonostante il poco numero de'
nemici [...] e quasi cinque giorni
di sollecito cannonamento e il piano
dell'attacco redatto personalmente da Grimaldi
e consegnato a ognuno dei comandanti delle tre
colonne, si conclude con la rovinosa ritirata dei
Genovesi: la Truppa senza Uffiziali, gli
Uffiziali, senza Truppa.
Grimaldi annota con involontario effetto umoristico
che seguitando questo deliro [...]
giunse poi il Colonnello Gianats barbottando, e
non si sapeva cosa.
In realtà l'infelice decisione di attaccare
Furiani con tre colonne, in modo che con tre
parti occupate, solamente la quarta opposta al
nostro fronte restava aperta alla fuga de' nemici,
e ciò per facilitar loro la ritirata
potrebbe aver consentito ai Corsi di giungere in
aiuto di Furiani dall'entroterra. Appare infatti
inverosimile quanto Grimaldi afferma relativamente
al numero di Corsi presenti in Furiani al momento
dell'assedio: solamente [erano]
rimasti alla difesa di Foriani otto, o dieci
Paesani avvanzo dei già fugiti, anche se
per sostenere questa tesi egli tenta di minimizzare
le perdite subite, attribuendo i dati forniti dagli
ufficiali al desiderio di coprire fughe e
diserzioni precedenti.
Grimaldi conclude la relazione notando
ipocritamente che con somma sua sorpresa, e
rincrescimento tutto il Consiglio di Guerra
condivise con entusiasmo la sua proposta di
ritirare la grossa Artiglieria e di
abbandonare l'assedio.
Malgrado l'autodifesa di Grimaldi, l'esito
dell'assedio segna la fine della sua carriera
politico-militare, mentre il dominio di Genova
sulla Corsica si avvia all'ultima fase che si
concluderà nel 1768 con il trattato
di Versailles.
[1]
Biographie universelle, ancienne et moderne,
ouvrage entiérement neuf,
rédigé par une société
de gens de lettres et de savants, tome
trente-deuxième, Paris 1822
[2] Articolo "Corse" in
Dictionnaire universel des sciences, morale,
économique, politique et diplomatique; ou
Bibliotheque de l'homme-d'état et du
citoyen, tome quatorzième, Londres
1780
[3] Francesco Maria Giamarchi, Vita
politica di Pasquale Paoli, Bastia 1858
[4] J.-M. Jacobi, Histoire generale de
la Corse depuis les premiers temps jusqu'à
nos jours (1835), Paris 1835
[5] M.F. Robiquet, Recherches
historiques et statistiques sur la Corse, Paris
1835